Alessandro Ricci: sogni, scrittura e fantasy per ragazzi
Da qualche anno nel panorama letterario italiano si è affacciato un nuovo autore, il toscano Alessandro Ricci, classe 1981.
Dopo aver esordito nel novembre 2023 con il romanzo fantasy per young adult La leggenda degli unici. I racconti di Elmoni per i tipi di Solferino, il nostro è passato a Giunti Editore scrivendo il primo romanzo della serie Acciuffamostri, nello specifico Acciuffamostri. Lo spettro di Villa Lugubre, a cui è seguito il secondo episodio, Acciuffamostri. L’invasione dei poltergeist, il cui target è ancora più giovane del romanzo pubblicato con Solferino.
Alessandro ha risposto ad alcune domande…
Come nasce il tuo processo creativo?
Io scrivo solo quando sono ispirato. Per fortuna sono ispirato tutte le mattine alle sette. Questa naturalmente è una risposta ironica, ma racchiude il mio modo di approcciarmi alla scrittura e alla creatività, che consiste in una routine giornaliera abbastanza stringente. Sono fermamente convinto che anche la creatività, che sembra un concetto molto astratto, possa essere in qualche modo incanalata e stimolata da un esercizio giornaliero. Certo, l’idea, l’intuizione, possono arrivare in ogni momento e all’improvviso, ma il suo sviluppo, anche creativo, va coltivato per mezzo di costanza e disciplina. Così, quando devo iniziare a un nuovo progetto mi metto al PC e ci lavoro fino a che non esce qualcosa di soddisfacente, senza aspettare il “momento giusto“. Per me funziona.
Come vivi il tuo successo come scrittore?
Posso dire come lo vivrei, se lo avessi. Anche se ho raccolto qualche soddisfazione da quando mi sono incamminato in questo sentiero impervio e piuttosto affollato, non mi sento di aver avuto successo. Cerco di fare il meglio, mi impegno costantemente ma sono convinto di essere ancora all’inizio e di dover migliorare molto e imparare ancora di più. Se devo essere sincero, il successo non mi interessa poi molto. Il mio obiettivo è condividere le mie storie con chi le vorrà leggere e magari essere parte dei suoi ricordi e delle emozioni che ha provato, così come gli autori che amo hanno fatto per me. Non credo che scegliere di diventare autori per inseguire il successo sia una strategia saggia, l’editoria è un campo talmente poco remunerativo che le possibilità mi sembrano minime.
Quali sono le tue passioni, oltre la scrittura?
Sono un appassionato lettore, ma questo è un requisito base per chi scrive. Amo molto giocare, sia videogame che giochi da tavolo, adoro collezionare cose, soprattutto Lego. Poi ho una passione per il fitness. Quando non scrivo sono un istruttore di fitness musicale, e sono impegnato quasi ogni sera in qualche palestra. L’attività autoriale e quella di istruttore sembrano un po’ in contrasto, infatti chi lo viene a sapere per la prima volta si stupisce sempre, in tutti entrambi i sensi; ma sono uno strenuo promotore della tesi che, come spiegato dalla cultura greca/latina, le qualità fisiche e intellettive siano da considerarsi strettamente interconnesse e ugualmente importanti, non viste come separate o in opposizione. Tutto riassunto nel famosissimo motto: “Mens sana in corpore sano“.
Kenji Albani
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