musica

Eva Kunt – Plastic Era

Sono tempi, i nostri, in cui si ricerca e si proclama la libertà a tutti i livelli. Libertà di. E libertà da: per esempio dalla plastica, rivoluzionaria prima, invadente poi. Plastic free è l’inno di chi ascolta le grida del nostro pianeta. Nel caso specifico di Eva Kunt, personaggio o progetto musicale nascosto e anonimo: il suo Plastic Era è un raffinato manifesto fusion, che mescola ambient ed elettronica.

  Inside è il flusso chill che guida tenero, soft, verso il groove elettronico di brani come Glowdiva. Atmosfere suadenti ed eleganti in Coldnight, base in loop, di un elettronico fascinoso.

 Calexico and You, strumentale, ricercato, fa coppia con Hurt Box:  binomio new age, studiato ma anche versatile. Golden Bridge, a chiusura, ci restituisce un traguardo da beat, quasi bmp: un battito che “suona” r’n’b. Plastic Era: un manifesto in cui la sperimentazione può essere scambiata per leggerezza, ma bisogna fare attenzione. Qui la fusion si realizza e risplende in un universo fluido, ma compatto; il jazz naviga in una struttura articolata in modo ottimale tra missaggi, trombe e anche voci. Un progetto musicale che si discosta dal mainstream e si focalizza sull’allarme ambiente.

La plastica è un overload, per l’uomo e per la madre terra: se il ritmo di una drum machine o di un sintetizzatore ci aiuta a pensare è la strada giusta, ma conta essenzialmente agire.

Sergio Cimmino

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