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Furio LC Rex, l’eterno finalista del premio Urania

Ogni storia è una storia, ogni vita è una storia, figurarsi la vita di uno scrittore. Prendiamo ad esempio Furio LC Rex, autore ferrarese che con i suoi aneddoti, il suo passato, il suo vissuto, si dedica alla scrittura con buoni risultati anche se non abbastanza da ricavarci da vivere.
Chi è Furio LC Rex? Il suo vero nome è Lucio Valente, e ha scelto il nome d’arte di Furio perché si ispira al condottiero romano Furio Camillo, si chiama Lucio e di secondo nome Claudio (da qui LC) e poi perché in un episodio di Star Wars il comandante dei cloni si chiama Rex.
Come ha risposto alle mie domande?

Parlami di te come scrittore e come persona (per quel che è possibile).

Sebbene io non sia uno scrittore professionista, considero la capacità di ideare storie e di far vivere i personaggi, un’attività molto importante. Per me scrivere rappresenta una valvola di sfogo, un sistema per lenire lo stress di un lavoro che richiede molto esercizio di pensiero. Per questo motivo mi occupo di
fantascienza, con una predilezione per la space opera e la military sci-fi.
Nella vita mi occupo di strategia e di pianificazione operativa nel dominio aerospaziale. In parole povere, una volta che c’è la decisione a livello politico per un intervento militare, mi occupo di trasformare tale intento in azioni concrete da mettere in atto. È un’attività molto complessa e impegnativa, che richiede una grande fatica mentale. La scrittura mi aiuta a scaricare la tensione, naufragando in una sorta di dimensione parallela dove sviluppare storie, crescere insieme ai miei personaggi, inventare mondi nuovi.

A volte ti presenti come “eterno finalista del Premio Urania”. Sei un vero guerriero d’inchiostro! Dimmi, come si fa ad arrivare in finale a un concorso di prestigio?

Scrivere non è sempre facile. È un’attività che richiede dedizione, umiltà e tanto sacrificio. Per dedizione intendo la volontà di andare avanti nonostante le delusioni, anche quando si è convinti di avere un buon prodotto… che però non funziona. Allora entra in campo l’umiltà. È quella dote non comune che ti rende in grado di guardare a ciò che scrivi con occhio diverso, critico, e magari accettando i consigli di professionisti e valutatori. Sacrificio significa pianificare di nuovo, riscrivere, e alleggerire il testo perchè possa piacere alla giuria di un concorso.
Partecipare ai contest è importante perchè permette all’autore, soprattutto se esordiente, di farsi leggere e conoscere. I concorsi non sono tutti uguali. Chi arriva in finale ha sicuramente scritto un bel testo, ma gli manca ancora il quid che consente alla sua opera di incontrare i gusti del mercato e i favori della casa
editrice. Solo allora, può davvero vincere.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?


Per prima cosa, sono in attesa di pubblicare l’ultimo capitolo della mia trilogia “I predatori di Oran”, dal titolo “Il rogo dei dannati”. Si tratta di un ciclo space opera iniziato con la pubblicazione, nel 2021, di “Missione Oltre la Stella Madre” (finalista al Premio Urania 2019) e di “L’Apocalisse dei mondi” l’anno successivo. La saga ha riscosso molto interesse, tanto da invogliarmi a scrivere uno spin off, “Diamond Quest”, che è stato ancora una volta finalista al Premio Urania nel 2021. Entro l’anno è prevista anche la pubblicazione di una raccolta, sempre da parte Delos, nella quale ci sarà anche un mio racconto di fantascienza gotica.
Devo ammetterlo: non voglio occuparmi solo di fantascienza. Di fatto, è in fase avanzata di stesura un romanzo di genere Techno thriller, in stile Tom Clancy. È una storia di spionaggio e di aviazione cui tengo tantissimo perché
si basa su temi di grande attualità come la guerra in Ucraina e l’ascesa del gruppo dei
mercenari filorussi Wagner. Basandosi sull’esperienza che ho maturato nel settore della strategia e della difesa, si può considerare questa mia ultima fatica, per certi aspetti, anche come autobiografica
.

Kenji Albani

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