Vaticano, sotto il segno del Leone
È iniziato il nuovo pontificato di Leone XIV, conosciuto anche come Papa Prevost, diventando ufficialmente così il 267esimo pontefice della storia e, di fatto, ha già fatto parlare di sé.
Robert Francis Prevost nacque il 14 settembre 1955 a Chicago, da madre con origini spagnole e padre di origini franco-italiane. Infatti, il nonno era italiano.
Nella prima fase della sua vita, studiò al Seminario minore dei Padri Agostiniani, per poi trasferirsi in Pennsylvania, dove conseguì la laurea in Matematica e Filosofia alla Villanove University. Successivamente entrò a far parte dell’Ordine di Sant’Agostino fino a prendere i voti solenni il 29 agosto 1981.
Già dal 1985 inizieranno le sue missioni agostiniane, che inizieranno da Chulucanas, in Perù, dove rimase per un anno. Soltanto nel 1988 tornerà nello stesso Paese, ma questa volta a Trujillo e per molto più tempo. Infatti, iniziò a dirigere il seminario maggiore locale, diventando così una figura centrale per la congregazione agostiniana in Sud America. Di fatto, oltre ad avere un legame profondo con il subcontinente, dimostrato anche dalla sua cittadinanza acquisita, anche Papa Francesco riconobbe la sua importanza, nominandolo vescovo di Chiclayo nel 2015. Inoltre, solo tre anni dopo, fu eletto secondo vicepresidente della Conferenza
episcopale peruviana.
Robert Prevost arrivò a Roma solo il 30 gennaio del 2023, quando l’ex Pontefice lo promosse arcivescovo. A neanche un anno di distanza, gli fu assegnata la diacona di Santa Monica, diventando effettivamente cardinale. In questo lasso di tempo, il neo-Papa diventò una figura centrale nel governo dello Stato del Vaticano, facendogli guadagnare punti tra i cardinali elettori. Il suo ruolo di primo piano nella Curia romana, insieme all’esperienza missionaria maturata in America Latina, hanno contribuito alla scelta che ha portato alla fumata bianca delle 18:08 dell’8 maggio 2025, segno della sua elezione alla guida della Chiesa.
Nella sua prima apparizione pubblica come nuovo Papa, poco dopo essere stato eletto, abbiamo potuto vedere Leone XIV, commosso, che salutava i fedeli in Piazza San Pietro dalla Loggia delle Benedizioni. In quel momento, erano presenti oltre 150mila persone secondo le stime ufficiali e chissà quante altre stavano guardando la diretta televisiva.
Le reazioni dei leader mondiali
All’annuncio dell’“Habemus Papam”, è seguita una pioggia di reazioni da parte dei leader mondiali. Tra i primi a esprimersi Volodymyr Zelensky, che ha ringraziato la Santa Sede per il sostegno morale all’Ucraina, e Vladimir Putin, che ha parlato di una possibile collaborazione
con il Vaticano nel segno dei valori cristiani condivisi.
Anche Trump si è detto contento che il nuovo Papa sia un connazionale e, parlando dei negoziati di pace tra Russia e Ucraina, ha anche affermato: “Penso che sarebbe una grande idea farlo in Vaticano, forse avrebbe un significato ulteriore”.
Tuttavia, non ci sono state solo reazioni positive, soprattutto per quanto riguarda la “MAGA” americana. Di fatto, nonostante la reazione apparentemente positiva del Tycoon, molti esponenti della destra statunitense si sono dichiarati contrariati dalla scelta di Prevost. Infatti, il nuovo Papa era attivo su X (ex Twitter) già da quando era cardinale e non si è risparmiato critiche verso le politiche di J.D. Vance, Vicepresidente Usa, e Donald Trump stesso. Per questa ragione, molti esponenti conservatori americani lo hanno bollato come marxista, prima tra tutte Laura Loomer che ha definito Leone XIV: “anti-Trump, anti-MAGA, favorevole alle frontiere aperte e un marxista totale come Papa Francesco”.
Nonostante ciò, lunedì 19 maggio, c’è stato un colloquio tra Vance e il nuovo Pontefice. Tra i due c’è stato anche uno scambio di regali: Leone XIV ha ricevuto una maglia dei Chicago Bears e una lettera di Trump che lo invita ufficialmente alla Casa Bianca, mentre il Vicepresidente ha ricevuto una scultura di un fiore in bronzo su cui è inciso “La pace è un fiore fragile”.
Matteo Boschetti
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