pedagogia

Genitorialità e conflitti. Temi complessi e interconnessi

Di cosa hanno bisogno i bambini per diventare adulti equilibrati e quindi felici? La famiglia è in assoluto la prima comunità che ci avvia verso il lungo processo della crescita e quindi che ci formerà per tutto l’arco della nostra infanzia/ adolescenza. Ovviamente la famiglia non è da intendersi solo come nucleo fatto da genitori biologici, sorelle o fratelli, ma in senso più ampio come quel gruppo di appartenenza dove identificarsi, quell’insieme che ci fa sentire a casa e al sicuro. Tuttavia non sempre la famiglia rappresenta un porto sicuro.  Il tema dell’educazione dei bambini continua a essere uno dei temi più sentiti e discussi, anche nel nostro tempo; il ruolo di genitore, oggi come in ogni epoca, rimane una gran bella responsabilità, ricadendo pur sempre sul padre e sulla madre il compito di insegnare cos’è la vita e quali siano i valori chiave per costruirsi un futuro che porti alla serenità. La verità di ciò che diciamo resta incontrovertibile, anche se la famiglia oggi è una realtà complessa e caotica che muta giorno dopo giorno, e tante volte si dimostra inadeguata a gestire conflitti emotivi ed esistenziali. Vediamo genitori che cercano di riempire vuoti colmando i desideri materiali dei loro bambini, i quali inevitabilmente diverranno impreparati a gestire i rifiuti e incapaci di interiorizzare e riconoscere le regole, abituati a vivere in un mondo dove tutto sembra loro dovuto.

Certo: essere genitore oggi richiede un’attenzione smisurata, e una grande capacità di cooperazione; di certo riconoscere le difficoltà di questo compito non è da considerarsi un fallimento. Pensiamo a quanto possa essere arduo fare una cosa importante come educare i figli alla rinuncia e a essere comunque felici incassando dei no. È fondamentale che l’idea della felicità che trasmettiamo ai nostri figli non si sviluppi in modo malsano poiché è impossibile un percorso di vita privo di ostacoli: ciascuno di noi nel corso della propria può (e forse deve) sperimentare perdite, mancanze o sentimenti negativi legati a esperienze poco gradevoli. Quando parliamo di consapevolezza e crescita ci riferiamo proprio a questa capacità di guardare dentro di noi e accettare le nostre debolezze, per superarle. Conoscere te stesso significa capire non solo chi sei, ma anche capire come puoi reagire agli eventi che ti circondano o agli imprevisti. Nello stile genitoriale moderno manca un po’ di quella autorevolezza di cui il bambino necessita. Ma manca anche il dialogo, perché, costretti a sottostare a ritmi di vita frenetici, spesso mamma e papà non hanno il tempo di percepire nel modo giusto il disagio dei figli e i loro bisogni più autentici. Di far loro da guida: e di proteggerli, per esempio, dal flusso costante e ingannevole di immagini che propinano una visione patinata e godereccia della vita, solo agi e benessere senza sacrifici, tutto il contrario dell’essere veramente felici. Di difenderli da una falsa percezione della realtà in base alla quale contano solo bellezza e ricchezza,  fonte di frustrazione, di errate aspirazioni, di erronee aspettative, e in definitiva di una infelicità che da latente si fa sempre più profonda.

MMaria Simona Gabriele

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